Caro Luca, della serie “come diceva tuo nonno Pasquale si campa anche di soddisfazioni” ti racconto una bella cosa che è successa qualche minuto fa.
Ero in treno come al solito e stavo scrivendo un post su Facebook quando nella chat mi è apparsa questa frase della mia @mica Michela Cordò: “Grazie Vincenzo, tu sai raccontare la bellezza umana!”.
Come puoi immaginare sono rimasto sorpreso e contento – sin qui con Michela ci conosciamo solo nel mondo dei social – e preso dal pathos pro Novelle Artigiane le ho chiesto se per caso avesse letto il libro perché nel caso mi sarebbe piaciuto pubblicare il suo commento.
Ecco, a partire da lì abbiamo scambiato un po’ di pensieri che mi fa piacere condividerli con te, naturalmente dopo che le ho chiesto e ho ottenuto il permesso.
Procedo dritto per dritto, M. è Michela e V. sono io.
M.: Per ora ho letto solo le storie che scrivi sul blog e che condividi sui social.
V.: Sono contentissimo lo stesso.
M.: La prima curiosità è nata dal manifesto del lavoro ben fatto e da lì cerco di non perdere le storie che racconti. Se ci fosse un libro di tutto ciò lo comprerei e lo regalerei, perché le persone hanno bisogno di sapere che c’è un mondo bello.
V.: Il libro c’è, è fiction l’ispirazione è la stessa, nella seconda novella ci sono anche alcune storie vere che ho romanzato”.
M.: Ecco, mi sono persa qualche passaggio.
V. Perdonami la sfacciataggine, ma ti metto il link.
M.: Grazie, lo comprerò.
V.: Scherzi?, grazie a te. È una cosa a cui tengo tanto, è il passaggio dallo storyteller allo scrittore, un passaggio complicato, ci stanno quasi 4 anni di lavoro dietro, mentre per scrivere un libro di 200 pagine da saggista o da storyteller me ne basta una. Ti prego di scusarmi ancora per la mia irruenza, sarà la vecchiaia, o forse un poco la colpa è anche del tuo commento, mi è piaciuto un sacco.
M.: Non sono un’esperta, non so in che senso è complicato il passaggio, ma per me sei già uno scrittore.
V.: Che meraviglia, mi toccherà mandarti le sfogliatelle a casa.
M.: Quelle fanno sempre piacere. Comunque tornando a noi leggo abbastanza per poter dire che, leggendoti, ci si lega a te e ai tuoi personaggi, perciò continuo a seguirti e ti dico scrivi. Per quanto mi riguarda leggerò il tuo libro e ti dirò a breve! A presto e buon lavoro.
Ecco, figlio mio, questo è quello che è successo, te lo posso dire che sono felice? Sì, aveva ragione mio padre, si campa pure di soddisfazioni.