Sono stati giorni intensi e leggeri. Come le cose vere.
Non immaginavo di incontrare così tanta gente in così breve tempo.
Ho conosciuto Luigino e suo padre Jacopo – dovreste sentirli i loro discorsi!
Nonno Alfredo … che l’acqua non sia mai; lui avrebbe lavato anche i denti con il vino – mi hanno raccontato.
Mastro Giuseppe, poi, aggiusta tutte le cose, ma tutte. O le inventa.
Ho conosciuto la sua allieva Sofia e la lavorazione della foglio oro e la figlia del maestro, Giulia, che ogni giorno mi ha portato il caffè, anche se è stato difficile farle capire che non volevo lo zucchero.
Sono stato da Jonas, in bottega, e mi hanno insegnato che non tutto è da buttar via.
Che non sempre c’è,da rinunciare, che si può rimediare.
Ah, ho imparato la ricetta del RaviolEvo, un raviolo “al contrario” di cui lo chef Elio ci ha fatto innamorare. Ma guai a chiamarlo chef, lui deve ancora imparare, e ancora – così dice.
Carmine che lavora il ferro e il legno così bene da non potervelo spiegare, mi ha regalato un giorno una splendida gemma: “la fertilità della terra dipende dal verme”. Ho pensato a De Andrè e intanto Carmine lo spiegava: il verme ci ricorda che la via naturale è l’unica veramente giusta. Che non c’è una natura da salvare, ma noi stessi.
Di Cip avevo già sentito parlare, eccome.
Di queo Palio intriso di grano, storie, pane e identità, pure.
Na è stato bello ascoltare, vivere l’arte del raccontare, ritrovarsi. Essere diversi e gentili. Capire, ad ogni passo, di non essere soli.
Ho condiso quell’idea di lavoro che ci chiede di essere presenti con le mani e con la testa. L’idea dello stare bene perché si è al proprio posto, a fare il lavoro giusto, il mestiere che per noi ha valore e ci aiuta a dare valore a iò che abbiamo intorno.
Mi hanno fatto ricordare che la parola “fine”, tua, vostra, non è la mia. Che di finali possiamo scovarne altri.
Quello di questo articolo fa più o meno così:
C’è chi crede di regalarti un libro. Ma se ti va bene, non è mai solo un libro.
Così quando mi hanno regalato Novelle Artigiane di Vincenzo Moretti mi è andata bene. Devo dirlo a Sandro.
E qualche pagina la porto a scuola per il fatidico orientamento.
Che se fai attenzione, trovi il segreto per il futuro.
Sta nel lavoro ben fatto e nel senso di “comunità consapevole” che abbiamo smarrito.
* Questa recensione è stata pubblicata su Pyros, Il giornale di San Giovanni a Piro, Bosco e Scario