di Chiara Serreli
Parlare di lavoro è scontato, è ovvio, è palese, addirittura prevedibile e, per molti, può risultare monotono.
Tutti ne parlano.
È probabilmente l’argomento mediatico più discusso, da sempre.
Parlare di lavoro, raccontarlo interiormente, intimamente arrivando alla sua vera essenza, a come dovrebbe essere percepito, nel suo profondo, è cosa rara e per nulla scontata.
Vincenzo Moretti ha fatto un piccolo miracolo, c’è riuscito alla perfezione.
Lo racconta in un incrocio tra sogno e realtà, evidenziando la naturalezza del lavoro, quello buono, quello giusto, quello ben fatto.
La naturalezza del lavoro, del suo valore, del farlo con passione lo si incontra in molte pagine del libro, come quando Nunzio ne “Le miniature di Luigino” paragona il suo lavoro quotidiano all’abbottonarsi, ogni mattina, con estrema naturalezza, bottone dopo bottone, la propria camicia.
Il libro riflette di lavoro o meglio di interiorità al lavoro, di come ognuno di noi abbia dentro di sé intrinsecamente la possibilità di scegliere, lavorando in modo poco soddisfacente oppure lavorando con le mani, con la testa ed il cuore.
Vi sembra un concetto scontato? Pensateci bene.
La morale di Novelle Artigiane sta proprio lì, in ciò che si fa, ogni giorno, in come lo si fa mettendo in gioco educazione, rispetto ed impegno quali ingredienti principali per un #lavorobenfatto.
Perché per dirla alla Matteo mentre si racconta a Sofia ne “Il sogno di Sofia”, il lavoro è come l’impasto della pizza, se fatto bene e con cura, può restituirti sapere, emozioni e sapori unici.
Ma il lavoro non è attività in solitaria. È appartenenza, condivisione, è partecipazione.
Si sviluppa grazie al talento di ciascuno di noi e alla volontà combinata della comunità.
È nel territorio, nelle persone che lo vivono, che ha i suoi straordinari sviluppi migliori, sprigiona la sua essenza più bella che contagia, uno ad uno, ogni appartenente, ogni cittadino, ogni lavoratore.
Perché non c’è sviluppo più bello, più profondo e più promettente che sentirsi parte di un’intelligenza collettiva che genera bellezza e cambiamento.
Moretti prende in prestito questa bella frase di Italo Calvino “non farti mai troppe illusioni e non smettere di credere in quello che fai”.
La lettura di Novelle Artigiane permetterà ai vostri occhi di sorprendere pianure immense e alle vostre orecchie di udire parole prima non udibili.
Un’attrattiva, un fascino, una bellezza che ti permetterà di uscire dal grigiore in cui a volte, è possibile piombare sommersi dalle mille sfaccettature della vita quotidiana.
Che il #lavorobenfatto sia dentro di noi, ogni giorno.