Caro Vincenzo,
non è da molto che ti conosco. Ho sentito parlare di te come una persona speciale e questo mi ha incuriosito. Sbirciando tra i social ho capito meglio chi sei, poi ho avuto il piacere d’incontrarti di persona al Nobilìta. Ci siamo fatti una foto e ti ho postato su i miei profili social descrivendoti come “ il Gigante Buono” eppure era da pochissimo che ti conoscevo, ma descrizione più appropriata non potevo darti. Gigante, non solo fisicamente, ma per la capacità di esprimere concetti semplici con un enorme significato, Buono perché quello che dici e che scrivi si sente che arriva dal cuore.
Il tuo Libro? Fantastico!!! Spesso quando parliamo di un libro è ricorrente l’espressione “ da leggere tutto d’un fiato”… no questo non è un libro da leggere tutto d’un fiato, perché è un libro che ci fa riflettere e ci fa ricordare, un libro che ci fa capire che il lavoro è un valore senza tempo. Quindi da leggere con attenzione perché nella sua semplicità è pieno di significati profondi.
Mi sono immerso nella lettura ma ho dato molto spazio alla riflessione.
Nei tre racconti si parla di #lavorobenfatto ma anche di sogni che si possono realizzare.
Sono orgoglioso di rivedermi in buona parte delle tue novelle e se così non fosse avrei sicuramente sbagliato qualcosa.
Quando decisi di intraprendere l’attività che tutt’oggi svolgo, lo feci contro tutti i pronostici. Devo dire, non è un caso, che il coraggio me lo sono dato perché pensavo proprio di voler fare una lavoro fatto bene o “benfatto” come dici tu. Un giorno spero di potertelo raccontare. Oggi posso dire che il mio sogno lavorativo si è realizzato e, con tutti i miei limiti e le mie debolezze, vorrei poter contribuire se non a cambiare il mondo, a cambiare qualcosa.
Il tuoi racconti mi hanno fatto riflettere su quanto è stato importante per me il lavoro nella mia vita e quanto ancora lo sarà.
Ho letto gran parte del libro nel mio soggiorno, all’interno del quale c’è una parete fatta di pietre e mattoni, ancora ci sono i segni del lavoro del mio nonno e di mio padre, come qualche pietra bruciata dalla mola. La mia, una famiglia di fabbri artisti nel riparare i coltri, che trainati dai buoi aravano la nostra terra, nelle campagne del paesino dove ancora oggi abito. Mio padre ottantenne è ancora il punto di riferimento della famiglia, ci racconta spesso ogni particolare di quello che accadeva in quella stanza. Insegna a mio figlio come si fanno i lavori di casa, perché la sua preoccupazione più grande riguarda la nostra famiglia, a come faremo senza di lui, senza la sua esperienza, ad aggiustare le grandi e piccole cose di casa. Proprio in lui ho rivisto “L’uomo che aggiustava le cose”, simbolo dell’artigianato, di quell’arte nel fare il lavoro con le mani che anche oggi ha un valore inestimabile, perché si può raccontare ed insegnare.
I tuoi racconti mi hanno fatto ricordare quanto è stato importante il lavoro nella vita di mio padre e quanto lo sarà per quello che sta insegnando a mio figlio.
Approfitto del momento per chiudere con questa riflessione.
Siamo prossimi alla Pasqua, e per quelli come me, Cattolici, anche se più con buone intenzioni che con assidua dedizione (si cerca sempre di migliorare), viviamo questa festa come un momento di speranza, di passaggio, che va perseguito attraverso una vita vissuta alla luce dell’etica cristiana, incentrata sull’ascolto, l’aiuto e la condivisione con il prossimo, che conduce a un’altra “vita”, migliore di quella terrena.
Attraverso i tuoi racconti mi hai fatto riflettere su quante cose in comune ci sono tra questo momento e la tua visione del #lavorobenfatto.
Ci insegni infatti che il lavoro etico e ben fatto ci da la possibilità di guardare al futuro con più fiducia e che anche i sogni possono diventare possibilità, e questa Vincenzo non è forse speranza? Il lavoro benfatto, la passione, l’amore per le piccole e grandi cose della vita, non possono lasciare indifferenti chi ci circonda, il nostro agire, come dici tu, migliora il mondo.
E quindi non smetterò mai di perseguire questo fine, di migliorarmi e di migliorare la vita delle persone che mi sono vicino nella vita di tutti i giorni. Sono impaziente di leggere il tuo prossimo lavoro, che per l’amore che profondi in tutte le tue opere sono certo sarà un’altra occasione di riflessione.
Un abbraccio Gigante Buono e Tanti Auguri.
Gianmarco